Dalle trincee al mercato nero: le mafie fanno affari con le armi scomparse dall’Ucraina
(von uns gekürzte Fassung)
60% der an die Ukraine gelieferten Waffen ist in den Händen russischer und ukrainischer Mafias verschwunden. Hier ein Interview mit Prof. Vincenzo Musacchio.
Link: Dalle trincee al mercato nero: le mafie fanno affari con le armi scomparse dall’Ucraina
Prof. Musacchio cosa sta succedendo sul fronte del traffico d’armi in Ucraina?
L’Ucraina su tale fronte rappresenta una vera catastrofe senza precedenti poiché durante questi tre anni di guerra mancano all’appello quasi 500 mila armi da fuoco. Tra gli armamenti scomparsi ci sono fucili d’assalto, di precisione e pistole automatiche. Su questa condizione di fatto le mafie vanno a nozze realizzando enormi profitti giacché a oggi nessuno si è preoccupato di tracciare le armi che sono state inviate e s’inviano tuttora all’Ucraina. Le mafie russe e ucraine gestiscono il mercato nero vendendo al miglior offerente (terroristi, mafiosi, criminali comuni) armi capaci di far saltare in aria persino i blindati.
Perché non c’è stato e non c’è un monitoraggio di queste armi da parte degli Stati fornitori?
È proprio questo l’aspetto più preoccupante. L’unica risposta che mi viene naturale riguarda il sistema corruttivo che si nasconde dietro la vendita e il commercio di armi. Il non avere la tracciabilità di questi armamenti significa favorire il mercato nero e quindi mafie e terrorismo. L’assenza di un sistema di tracciamento rende impossibile stabilire l’origine degli armamenti recuperati nelle operazioni delle forze dell’ordine. Tuttavia, il timore è che, con il passare del tempo, le scorte belliche si disperdano sempre di più nel mercato nero internazionale. Le mafie russe e quelle ucraine dimostrano la propensione di quella regione al traffico illecito di armi. Europol ed Eurojust già nel 2022 avevano presentato rapporti dettagliati sul rischio che le armi inviate all’Ucraina potessero finire sul mercato nero.
Qual è il ruolo delle mafie in questi settori criminali?
Le mafie non acquistano armi solo per loro, ma le utilizzano anche come merce di scambio. Gli arsenali costituiscono il patrimonio militare e corruttivo delle organizzazioni criminali utilizzabili anche per dimostrare potenza intimidatoria e corruttrice. Le armi in sé servono per esercitare il loro potere quando la corruzione non funziona. La possibilità di accedere a un mercato clandestino sempre più vasto significa rafforzare la propria influenza in diversi settori criminali, inclusi il narcotraffico e il sistema corruttivo-mafioso.
Oltre le armi, per le mafie, esistono altri business provenienti dalla guerra?
Il primo in assoluto è sicuramente la ricostruzione post-bellica. Gli enormi flussi di denaro che arrivano e arriveranno in Ucraina una volta terminata la guerra saranno manna dal cielo per le mafie. Sussistono anche nuove opportunità per la criminalità organizzata. In Ucraina si sta già sviluppando un mercato nero di farmaci salva vita: insulina, antibiotici, medicinali per bloccare le emorragie. Aumenterà anche l’uso di sostanze stupefacenti, naturali e chimiche. Le mafie russe e ucraine stanno guadagnando milioni di euro sfruttando anche il traffico di esseri e organi umani. Senza un monitoraggio adeguato in questi ambiti, il rischio è che l’Ucraina diventi il prossimo grande affare delle organizzazioni mafiose transnazionali.
Perché è così facile eludere i controlli in un settore così delicato come quello del traffico di armi?
Perché il volume di denaro che ruota intorno a questo segmento militare ammonta a quasi 150 miliardi di dollari. Questo grande flusso di denaro e di armi desta preoccupazione soprattutto per la mancanza di tracciabilità degli armamenti. Il 60% delle armi fornite all’Ucraina è già sparito dai radar (Fonte: Pentagono). Queste armi fornite all’esercito di Kiev sono già finite nell’economia sommersa controllata dalle organizzazioni criminali.
Questi dati sono davvero preoccupanti?
Molto preoccupanti. È sotto gli occhi di tutti l’incremento del traffico di armi dall’Ucraina. A scopo probatorio basti guardare il numero di sequestri dal 2015 al 2024: un’esplosione senza precedenti nella storia criminale mondiale. Molte armi entrano in Ucraina dalla frontiera polacca, dove sono smistate e distribuite verso i territori del fronte. Una volta superato il confine però, di molti armamenti si perde traccia e il contrabbando, ovviamente, prospera.
Vincenzo Musacchio criminologo, docente al RIACS di Newark. È noto per il suo impegno nella lotta alle mafie e per la sua attività di formazione in ambiti riguardanti la cultura della legalità. Ha insegnato in diverse università italiane e presso l’Alta Scuola di Formazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri in Roma. Attualmente tiene corsi negli Stati Uniti, insegnando strategie di contrasto alla criminalità organizzata transnazionale a membri delle forze di polizia, inclusa la Polizia Metropolitana di New York Concentra i suoi studi sulla criminologia delle organizzazioni mafiose e sul narcotraffico internazionale. È artefice di programmi educativi, come il progetto „Legalità Bene Comune“ nelle scuole di ogni ordine e grado. Ha scritto numerosi libri e articoli su temi di diritto penale e criminologia. Il suo lavoro contro le mafie gli ha causato minacce di morte, che non hanno comunque interrotto la sua attività antimafia.


